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All'improvviso l'amore 4


di iltiralatte
16.05.2025    |    151    |    0 8.0
"Ogni passo era un peso, ogni respiro un ricordo che non riusciva a scacciare..."
CAPITOLO 4

Con un’ultima carezza al corpo di Milly presso il suo, Enea si alzò dal letto, i movimenti lenti e pesanti come se portasse sulle spalle un fardello invisibile.
Ogni indumento che recuperava e indossava sembrava un gesto rituale ma era in realtà una nuova spina che aggiungeva alla sua personale corona.
La camicia, i pantaloni, le scarpe: ogni capo lo faceva sentire meno vulnerabile ma non meno tormentato.
Recuperare la sua dignità gli sembrava del tutto impossibile.
Milly dormiva profondamente, il suo volto rilassato tradiva una serenità che lui non riusciva a condividere.
Per un attimo rimase immobile, osservandola, come per imprimere nella memoria quell’istante di pace.
Ma la pace era solo per lei.
Dentro di lui, un tumulto di pensieri e rimpianti si agitava senza tregua.
Quando aprì la porta della cabina, il freddo della notte lo investì, acuito dal contrasto con il calore che aveva appena lasciato dietro di sé.
I suoi passi risuonavano sulla banchina deserta, l’unica compagnia il mormorio distante delle onde.
Enea si fermò un momento, guardando il mare scuro davanti a lui.
—Che cosa ho fatto?
Sussurrò a se stesso,con voce spezzata nell’oscurità.
Sapeva che quella notte aveva cambiato tutto: l’amicizia con Milly, il suo matrimonio, e forse anche la sua personale immagine di sé stesso.
Per adesso l’unica cosa che poteva fare era camminare, trascinando con sé il peso delle sue scelte.
Enea si muoveva lungo la banchina, il rumore delle onde che si infrangevano contro il molo sembrava amplificare il tumulto dentro di lui.
Ogni passo era un peso, ogni respiro un ricordo che non riusciva a scacciare.
—Cosa ho fatto?
Si ripeteva, la voce un sussurro che si perdeva nel vento.
Milly, con la sua dolcezza e il suo mistero, era stata una presenza irresistibile, ma ora, quella notte, quel momento, sembrava una frattura irreparabile.
La sua amicizia con Milly, così preziosa, così unica, stava per essere distrutta.
Enea temeva che lei non avrebbe mai più guardato lui ne suo stesso modo e che il loro legame sarebbe stato per sempre contaminato da ciò che era accaduto.
Clara!
Il pensiero di sua moglie lo colpì come un maglio.
Clara, con la sua forza e la sua gentilezza ed il suo amore meritava un marito che le fosse fedele, che fosse degno di lei.
Enea si sentiva un adultero, un uomo che aveva infranto la fiducia di chi lo amava.
Arrivò a casa, il cuore pesante, e si fermò davanti alla porta.
Non riusciva a entrare, non ancora.
Si appoggiò al muro, chiudendo gli occhi e lasciando che la sua mente lo tormentasse.
Le immagini di Clara, di Milly, e di se stesso formavano un caleidoscopio in continuo movimento che gli rendeva impossibile ogni ragionamento-.
“Non posso tornare indietro"
Pensò, con un misto di rabbia e disperazione.
"Ma devo trovare un modo per rimediare. Per non perdere tutto ciò che conta davvero."
Enea aprì finalmente la porta, deciso a affrontare le conseguenze delle sue azioni, anche se non sapeva ancora come.
I suoi passi erano esitanti, come se il peso delle sue colpe lo ancorasse al suolo ad ogni movimento.
Chiara era seduta al tavolo della cucina, le mani strette attorno a una tazza di tè ormai freddo.
Appena entrò ella alzò lo sguardo verso di lui e, in quell’istante, Enea capì che non servivano parole: lei sapeva!
Lo leggeva nei suoi occhi.
Collo sguardo spezzato di un uomo che aveva attraversato il confine tra giusto e sbagliato non seppe reggere il suo sguardo.
Chiara non disse nulla; non una parola, non un gesto.
Ma la sua immobilità era più eloquente di qualsiasi grido.
Il suo silenzio riempiva la stanza, costringendo Enea a confrontarsi con il vuoto che lui stesso aveva creato dentro di sé.
Avrebbe voluto parlare, confessare tutto, ma le parole si spezzavano prima di arrivare alle labbra.
—Dove sei stato?
Domandò infine Clara, la voce calma, ma tesa come una corda pronta a spezzarsi.
Enea non rispose subito; guardò il pavimento, cercando una risposta che non fosse una bugia, ma che non fosse nemmeno la verità che avrebbe potuto distruggere immediatamente tutto.
—Fuori
Seppe solo rispondere
Chiara annuì lentamente, come se quel bisillabo confermasse tutto ciò che già sapeva.
Le sue mani abbandonarono la tazza e si posarono in grembo, serrate in una stretta che rivelava la lotta interiore che stava affrontando.
—Enea,
Affermò infine, con una calma che nascondeva un abisso di emozioni.:
—Io ti ho sempre visto come un uomo che lotta per ciò che ama.
—Dimmi ... stai ancora facendolo oppure hai smesso?
Il silenzio cadde di nuovo tra loro, ma questa volta non era vuoto.
Era una calma colma di domande, di dolore e, forse, di una speranza tenue e fragile.
Enea sapeva che non avrebbe potuto evitare questa conversazione ancora a lungo.
Mentre guardava Chiara, capì che quel momento avrebbe definito il futuro di entrambi.
—Ora vai a riposare!
Suggerì Clara:
—Domani col sole potremo certo chiarirci: qualche cosa sicuramente succederà.
Enea accolse con sollievo quel suggerimento che rimandava, anche se solo di poche ore, l’inevitabile,.
Enea si alzò lentamente, la tensione si rifletteva in ogni fibra del suo corpo, e si ritirò.
La pioggia cadeva delicatamente, coprendo la strada con una patina di umidità e malinconia.
Milly esitò davanti alla porta di Clara, la mano tremante a pochi centimetri dal campanello.
Era consapevole del peso che stava per consegnare nelle mani di quella donna così calma e decisa.
Clara, dall'altra parte, aveva già intuito che Milly sarebbe arrivata.
Le ore trascorse in attesa non erano state vane; aveva riflettuto, pregato e si era preparata mentalmente a ciò che sarebbe successo.
Quando il suono del campanello ruppe il silenzio della casa, si alzò con la sicurezza di chi sa che ogni passo è parte di un piano più grande.
Milly fu accolta con gentilezza.
Clara la osservò attentamente mentre si toglieva l’impermeabile bagnato, notando le mani nervose che sembravano cercare un appiglio invisibile.
Clara rimase paziente, lasciando che Milly trovasse il coraggio di iniziare.
—Grazie per avermi ricevuta,
Esordì Milly con una voce timida e sottile somigliante ad un sussurro:
—Non so da dove cominciare … ma spero tu possa aiutarmi.
Clara si sedette accanto a lei, con un'espressione che trasmetteva empatia e fermezza:
—Milly, prendi il tempo che ti serve.
—Io sono qui.
Milly abbassò lo sguardo, giocando nervosamente con l'orlo della sua maglia.:
—È difficile dirlo, ma gli psicologi hanno detto che … sono dipendente dal sesso.
La frase uscì frammentata, come se ogni parola fosse una lotta contro se stessa.
Clara ascoltò senza interromperla, intuendo che quella rivelazione era solo un velo che copriva una verità più dolorosa.
Dopo un lungo silenzio, Milly prese un respiro profondo e continuò, ancora più lentamente:
— Gianni … mio marito … è omosessuale.
La confessione sembrava sospesa nell'aria, un peso che finalmente Milly aveva scaricato.
Clara rimase immobile per un momento, lasciando che quelle parole trovassero il loro spazio.
Poi posò delicatamente una mano sul braccio di Milly:
— Capisco quanto sia difficile per te parlarne.
—Ma hai fatto bene a venire qui.
— Insieme possiamo affrontare questa situazione.
Milly abbassò lo sguardo, lottando con le proprie parole:
—Credo di aver perso la fiducia negli uomini.
—Dopo Gianni … non riesco più a immaginare cosa significhi avere fede in qualcuno.
La sua voce si incrinò, e per un momento sembrò che le emozioni potessero sopraffarla.
Clara inclinò leggermente il capo, il suo sguardo penetrante, ma rassicurante:
—Ci sono uomini ed uomini.
—Non tutti gli uomini sono come il tuo Gianni.
—Esistono uomini che meritano quella fiducia che hai perso.
—Per esempio … io potrei presentartene uno.
—Uno che certamente non è omosessuale e che potrebbe dimostrarti che fidarti di nuovo è possibile.
Clara, senza esitazione, alzò la voce:
— Enea, vieni qui!
Chiamò con tono fermo, ma non autoritario.
Attese pazientemente, sicura che lui sarebbe subito arrivato.
Non appena il merito arrivò Clara si voltò verso di lui con uno sguardo deciso, la voce calma ma ferma:
— Enea
Con una breve pausa fece si le parole trovassero il loro peso:
—Questo è il momento di risolvere il nostro problema.
—Abbiamo evitato di affrontarlo troppo a lungo, ma ora è arrivato il momento di parlarne con sincerità
Enea respirò profondamente, quasi tremando, e trovò il coraggio di rispondere:
—Hai ragione Clara.
—È giunta l’ora di parlarne, o meglio ... che io parli.
Si accorse della presenza di Milly e la voce qquasi gli mancò per la sorpresa ma non rinunciò a confessare:
—Ti ho tradito.
Belò:
—Non posso più nasconderlo, né a me stesso né a te.
Le parole uscirono come un fiume che rompe un argine.
Enea nel dire la verità, avvertì il sollievo di una liberazione dolorosa ma necessaria.
Milly sussultò leggermente, coprendosi istintivamente la bocca con una mano, i suoi occhi spalancati tradivano un misto di sorpresa e imbarazzo.
Cercò di mantenere una postura composta, ma le sue mani tremavano visibilmente.
Enea abbassò lo sguardo, incapace di sostenere lo sguardo di Clara, immaginando di trovarvi ira, gelosia e rabbia cui sapeva di non potersi opporre.
. Il suo piede, quasi inconsapevolmente, batteva il pavimento in un tic nervoso, un segnale della tensione che lo consumava.
Clara, invece, rimase immobile.
Il suo volto, imperturbabile, tradiva una calma che sembrava quasi sovrumana.
Gli occhi di Clara, tuttavia, si posarono brevemente su Milly, quasi a valutarne la reazione, prima di tornare su Enea.:
—Apprezzo che tu abbia trovato la forza di dirmelo,
Comunicò con tono pacato ma deciso:
—Questo è il vero problema: il nostro matrimoni è in crisi.
— Ora possiamo affrontare l’insieme, e decidere cosa sia giusto per noi.
Il silenzio cadde nella stanza, una presenza quasi tangibile che avvolse i tre.
Milly, ancora incerta, cercò di incrociare lo sguardo di Enea, mentre Clara dominava la scena, il controllo era completamente nelle sue mani.
—Cosa vuoi Clara?
—Forse che io abbandoni la casa?
—Me lo merito non sono più degno di restare al tuo fianco.
Clara assentì col capo prima di riprendere la parola:
—Non voglio vendicarmi Enea, ma certamente ora non potrò più essere tua moglie.
—Che il nostro matrimonio fosse in crisi me ne ero accorta da tempo.
—Avrei voluto avvicinarti, accarezzarti, blandirti, accoppiarmi con te ma il mio egoistico disturbo me lo ha sempre impedito
—In mio soccorso è giunta la Fede.
—Dio mi ha avvocata a se e la sua è una richiesta che non è possibile ignorare a lungo.
—Per seguire la mia vocazione avevo però un ostacolo che me lo impediva: tu.
—Io ti ano veramente Enea ma il mio amore se si è sublimato con la Fede mi impediva di salutarti “Ciao, io vado in convento, ci rivedremo dopo la morte”.
—Dovevo trovarti una sistemazione, una donna che mi supplisse e potesse darti quell’amore fisico che io non sono mai stata in grado di donarti.
—Dovevo quindi trovarti una compagna che ti accudisse, ti assistesse e magari ti ispirasse, proprio come ha fatto Milly.
Ambedue i suoi interlocutori spalancarono gli occhi:
—Tu sapevi?!?!

—Più che sapere diciamo che ho favorito.
Continuò Clara:
—Quando ho conosciuto Milly mi sono subito reso conto che lei era la donna giusta per te: colei che avrebbe reso possibile a me completare il mio disegno.
—Perdonami Milly se ti ho un po0 manipolato ma io ho capito che Enea ti ama e che tu ami lui.
—Quindi si Enea, tu dovrai lasciare questa casa, ma non ti ritroverai in strada, bensì con la donna di cui sei realmente innamorato.
—Ora che ne diresti di domandarglielo?
Enea si voltò verso Milly, un nervosismo palpabile nel suo gesto.
Respirò profondamente, cercando il coraggio dentro di sé.
Clara, osservava la scena immobile con il suo volto calmo ed il sorriso appena accennato che non lasciava dubbi sul suo appoggio.
—Milly,
Iniziò Enea con sua voce ferma ma carica di emozione:
—Te la senti di iniziare una relazione seria con un povero sciocco che non ha capito i principi basilari del mondo?
—Voglio proporti qualcosa che vada oltre le paure e i dubbi.
—Una relazione stabile … un futuro insieme a me.
Milly rimase in silenzio per un momento, i suoi occhi fissi su Enea, quasi cercando di leggere ogni sfumatura nel suo viso.
Poi, un lieve rossore si diffuse sulle sue guance, mentre le sue dita giocavano nervosamente con l'orlo della maglia:
— Davvero … vuoi a questo?
Domandò con un misto di timore e speranza.
Clara, da parte sua, non disse una parola.
Ma il suo sguardo si posò brevemente su Milly, un segnale implicito di approvazione che non aveva bisogno di essere espresso a parole.
La sua presenza, forte e silenziosa guidava il momento senza dominarlo e neppure fosse un sacerdote ascolto con assoluta gioia il loro “Si” reciproco,

FINE

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